I NIBELUNGHI


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     E il buon Rüdiger di Bechlar disse:
     «Conosco fin da quando ero fanciullo i nobili re, Gunther e Gernot. Il terzo si chiama Giselher, ognuno di loro fa quanto è di meglio in fatto di onore, come fecero i loro avi».
     Attila domandò:
     «È degna di portare qui la corona? È così bella come dice la fama?
     Disse Rüdiger
     «In bellezza eguaglia la mia signora, Helke; nessuna regina al mondo è più bella».
     Disse Attila
     «Va dunque a chiederla per mia sposa. E, se tu la ottieni, io te ne ricompenserò».
     Rüdiger rispose:
     «Andrò volentieri al Reno come tuo messaggero, e non mi abbisogna nulla, sono ricco per opera tua. Tutto ebbi dalla tua mano».
     Disse Attila:
     «Quando vuoi partire? Dio ti protegga e anche la mia sposa, e la fortuna faccia che mi sia propizia».
     Il margravio prese tempo ventiquattro giorni per i preparativi del viaggio. E mandò a sua moglie Gotelinde a Bechlar un messo per avvertirla che egli sarebbe partito. La margravia allora ripensò alla sua buona regina Helke, e con dolore si domandava se mai un'altra sarebbe come quella.

     Dopo sette giorni Rüdiger andò a Bechlar, a trovare sua moglie, mentre a Vienna si preparavano le vesti per gli ambasciatori. A Bechlar lo aspettavano Gotelinde e la leggiadra figliuola; là Rüdiger ebbe alloggiamento per tutto il suo seguito.
     Come erano liete, Gotelinde e la giovane margravia, per l'arrivo di Rüdiger! La nobile donzella disse con viso ridente:
     «Benvenuti, mio padre, e i suoi vassalli!».
     E gli uomini porsero grazie alla giovane margravia.
     La notte Gotelinde domandò al marito particolari più precisi della sua spedizione, e egli le spiegò che andava a chiedere Crimilde in isposa per il suo signore.


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