E Gotelinde se ne mostrò contenta. E insieme pensarono come avrebbero riccamente ospitato tutto il suo seguito.
Dopo altri sette giorni il margravio e la sua gente partirono da Bechlar, e attraversarono la Baviera, carichi di armi e di vesti. Dopo dodici giorni giunsero al Reno.
La nuova della loro venuta non potè restare celata. Il re cominciò a domandare chi fossero quegli stranieri, e intanto furono loro preparati alberghi nella città.
Hagen di Tronje disse:
«Non li ho mai veduti, ma, pur essendo molto tempo che non incontrai Rüdiger, mi sembra sia lui, del paese degli Unni».
E infatti i due cavalieri si riconobbero, e gli ambasciatori ebbero splendide accoglienze. Hagen di Tronje gridò a gran voce:
«Ben venuti questi cavalieri, benvenuto il signore di Bechlar con la sua schiera!».
Gli snelli Unni furono accolti con onore.
Furono introdotti nella sala dove era il re, il quale si alzò per riceverli, e prese Rüdiger per mano. Tutti gli altri eroi e i principi giunsero al palazzo per accogliere i graditi ospiti. Allora si levò Rüdiger, l'ambasciatore, e disse al re:
«Datemi licenza d'esporvi la ragione per cui re Attila mi manda a voi».
E il re gli diede licenza.
Disse allora il fido ambasciatore:
«Il mio grande re offre i suoi servigi a Voi e a tutti i vostri amici. Ma il suo popolo non ha più gioia dacchè la mia signora è morta, Helke, la moglie del mio signore».
Gunther disse:
«Dio lo premii per l'offerta dei suoi servigi, e tutti cercheremo di esserne degni».
Allora parlò Gernot, il nobile principe dei Burgundi:
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