I NIBELUNGHI


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     Lungo il Danubio giunsero in Baviera. Là dove l'Inn si getta nel Danubio, a Passau, c'era un vescovo di nome Pilgrin. Quando egli seppe del passaggio di Crimilde, le andò incontro perchè ella era sua nipote; e tutti i cittadini e mercanti la accolsero con grande onore. Ma il margravio di Eckewart ricusò l'invito di pernottarvi, perchè voleva fermarsi un poco nel paese di Rüdiger. Questi aveva inviato dei messaggi alla moglie e alla figliuola perchè accogliessero degnamente la regina. E la margravia Gotelinde le andò incontro a cavallo.
     I cavalieri delle due parti si fecero cortesi accoglienze, e poi eseguirono giochi e esercizi cavallereschi, Frattanto Rüdiger aveva salutato affettuosamente la moglie e poi la condusse verso Crimilde. Ma, quando questa vide la margravia, subito balzò di sella e le andò incontro, condotta dal vescovo, che era il fratello della regina Ute.

     La straniera baciò la margravia sulla bocca.
     Allora la nobile margravia parlò cortesi parole.
     «Sono felice, signora, di vedervi coi miei occhi in questo paese».
     Disse Crimilde:
     «Dio ve ne ricompensi, nobile Gotelinde. Finchè vivrò sana nel paese di Attila, vi sarà sempre di vantaggio l'avermi veduta».
     Nessuna delle due presentiva ciò che più tardi doveva accadere. Il castello di Bechlar era pronto a ricevere gli ospiti. La figlia del margravio col suo seguito fu ricevuta amabilmente dalla regina. Crimilde le donò dodici braccialetti d'oro e magnifiche vesti. Benchè le fosse stato tolto il tesoro dei Nibelunghi, ella, del poco che le era rimasto, fece dono alla gente dei suoi ospiti.


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