I NIBELUNGHI


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     Essi gli portarono saluti e saluti dagli amici sul Reno, e Attila divenne rosso di gioia.

     Quando i messi a Crimilde portaron la novella
     che i re sarian venuti a veder la sorella
     ella fece lor doni di vesti e d'oro assai,
     una gioia più grande non aveva provato mai.

     Domandò quindi: «Dite, dei miei amici quali
     nella visita a corte seguiranno i reali?
     Chi verrà tra i più illustri che invitò mio marito?
     Hagen che disse quando gli porgeste il nostro invito?».

     «Egli giunse al consiglio per tempo una mattina,
     e parlò duramente, o nobile regina,
     sempre contro il viaggio si pronunciava forte,
     dicendo che sarebbe proprio il viaggio della morte.

     «Tutti i fratelli vostri certamente verranno,
     ma non sappiamo gli altri che li accompagneranno.
     I re verranno certo con splendido equipaggio;

     e il menestrello Volker sarà anche lui del viaggio».

     «Non m'importa», rispose, «che Volker venga o vada,
     solo a Hagen ci tengo. Quella è una buona spada!
     Al pensier di vederlo mi balza in seno il cuore,
     il buon Hagen, cavalier pien di senno e di valore».

     Ella andò poi dal re, e con dolci maniere:
     «Che ne dite, signore? vi fan dunque piacere»,
     disse, «le buone nuove che giungono dal Reno?
     Ora possiamo dirci davvero contenti appieno».

     «La tua gioia è la mia», disse il re, «e non l'avrei
     più grande se anche giungere qui dovessero i miei
     propri parenti e amici. Nel veder la tua gioia
     mi è uscito dal pensiero ogni fastidio, ogni noia».


     VENTICINQUESIMA AVVENTURA

     Come i Re andarono dagli Unni.

     Il re sul Reno prese seco dei cavalieri
     mille e sessanta, e, dicono, novemila scudieri,


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