Alcuni giorni dopo il Podestà Adamoli comunica al Prefetto Tincani che per la demolizione della chiesa, nel rispetto del Concordato tra Santa Sede ed Italia, sono stati raggiunti accordi con l'autorità ecclesiastica, «la quale ha dato alla demolizione medesima il suo pieno consenso»; ma non affermerebbe il vero poiché l'avvocato Attilio Masi, su incarico del Vescovo Micozzi, fa sapere alle due massime autorità locali che il prelato, riguardo alla demolizione, ha ricevuto dalla Santa Congregazione del Concilio (nella persona del Cardinale Francesco Marmaggi) la disposizione di sospendere tutto, perché essa sola è competente in materia. E' l'estremo espediente legale tentato dal Vescovo per invalidare ed interrompere le procedure in atto, al fine di salvare la chiesa?
La deliberazione ecclesiastica adottata dal Capitolo aprutino negli ultimi giorni del 1938, nella quale venne raggiunto il consenso unanime, rappresenta il documento ufficiale sul quale il Comune fonda l'approvazione dell'autorità ecclesiastica, ma non sarebbe che un assenso di massima, cui avrebbero dovuto seguire ulteriori atti tra le parti; a tale riguardo non mancheranno ulteriori precisazioni da parte dell'avvocato Masi. |