Federico Adamoli
LA CHIESA PERDUTA
(La vicenda della Chiesa di S. Matteo di Teramo)


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     E' proprio quest'ultimo aspetto ad essere sottolineato dal legale del Vescovo, che precisa che questi contatti ebbero solamente un carattere preliminare, non essendo seguita una fase più concreta, a causa dell'abbandono del progetto ed anche per l'evidente ripensamento stesso del Comune circa le sorti della chiesa, per la quale aveva pure stanziato dei fondi per la riparazione del tetto. Si aggiunga pure che il formale impegno a ricostruire, aspetto essenziale per attuare la demolizione, non può essere rispettato a causa della legge che vieta nuove costruzioni.
     Il Podestà Adamoli ribadisce comunque al Prefetto Tincani che non intende assolutamente assecondare la richiesta di sospensione avanzata dal Vaticano, che non ha alcun potere in tal senso; la sua disposizione rimane senz'altro esecutiva, per motivi urgenti e di pubblica sicurezza. In una vera e propria prova di forza il Podestà si rivolge allo stesso Cardinale Marmaggi, confermandogli le proprie validissime ragioni che fanno decidere senz'altro per la demolizione, una «quistione falsata da un piccolo nucleo di interessati»; egli si permette pure di affermare che se la chiesa «non risorgerà nello stesso posto, o nelle sue vicinanze, nessun danno ne potrà risentire il Culto. Altre Chiese rimangono a disposizione degli stessi fedeli». Conclude sottolineando invece la necessità di una chiesa per «un sobborgo, costituito dal popolo, il nuovo villaggio Costanzo Ciano ed altre vicine frazioni, che sono privi di ogni assistenza religiosa». La chiesa ha le ore contate.


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