Più d'un guerriero allora pensò:
«Eh! se fosse toccato a me di camminare così, vicino a lei, come vedo fare a Siegfried; o di posare accanto a lei, come lo farei volentieri!».
Mai nessun guerriero servì meglio nessuna regina.
Tutti gli ospiti, da qualunque paese fossero venuti, non guardavano nella sala che quei due. A lei fu permesso di baciare il bellissimo guerriero. Egli non aveva mai provato nulla di più dolce.
Il re di Danimarca parlò allora così:
«Più d'uno è ferito per questo inclito saluto, come io qui vedo, dalla mano di Siegfried; che Dio allontani da lui il pensiero di tornare in Danimarca!».
Allora tutti fecero largo al passaggio della bella Crimilde, e parecchi arditi guerrieri la accompagnarono, con modesto contegno, fino alla chiesa. Ma presto furono separati da lei.
Ella andò verso il duomo. Molte donne erano con lei. Era così bella e ornata, che molti desideri s'innalzarono fino a lei; ella era nata per la gioia degli occhi dei cavalieri. A stento Siegfried aspettò la fine della messa cantata. Poteva ben dirsi fortunato, perchè quella che egli portava nel cuore gli era favorevole; ma anche egli adorava la bella come ella lo meritava.
Quando ella uscì dal duomo, dopo la messa, l'eroe fu nuovamente invitato a andarle incontro. La fanciulla vezzosa incominciò allora a ringraziarlo, per avere tanto gloriosamente combattuto dinanzi ai più prodi guerrieri.
«Dio ve ne ricompensi, signore Siegfried», disse la fanciulla, «avete meritato l'affetto e la fedeltà di tutti i guerrieri, come lo dicono apertamente».
|