I NIBELUNGHI


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     Allora egli incominciò a guardare amorosamente Crimilde.
     «Sempre li servirò», disse Siegfried, il guerriero, «e non poserò il mio capo sul guanciale, finchè non avrò adempito la loro volontà, finchè avrò vita lo farò, purchè mi diate il vostro amore, dama Crimilde».



     SESTA AVVENTURA

     Come Gunther andò in Islanda per amore di Brunilde.

     Nuove voci correvano sul Reno. Si diceva che laggiù, molto lontano, ci fossero delle bellissime fanciulle; il re Gunther pensa di andarne a domandare una. Ciò parve buono ai suoi cavalieri e ai suoi signori.
     Al di là del mare sedeva una regina. Nessuna altra le poteva essere paragonata. Era bella oltre misura, e possedeva, una forza grandissima. Con la lancia giostrava contro i migliori eroi, che venivano là per amore di lei. Lanciava lontano la pietra e con un salto la raggiungeva. Chi voleva guadagnare il suo amore, doveva senza esitare vincere in tre giochi questa donna preclara; ma, se falliva una prova, gli veniva mozzato il capo.

     L'aveva fatto spesso questa regina.
     Un cavaliere illustre che ne aveva sentito parlare sulle rive del Reno volse l'animo suo incessantemente verso la bellissima donna. Perciò dovettero poi molti guerrieri perdere la vita.
     Un giorno che il re sedeva tra la sua gente, parlavano e si consigliavano tra di loro quale donna converrebbe al loro signore di prendere in moglie.
     Allora il re del Reno parlò così
     «Voglio attraversare il mare, e andare da Brunilde, checchè possa accadermi. Per amore suo rischierò la vita, e voglio perderla se non ottengo lei in moglie».


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