I NIBELUNGHI


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     «Io ve ne sconsiglio», disse allora Siegfried, «questa regina ha abitudini così crudeli, che costa caro il guadagnarne l'amore. Perciò vi consiglio di rinunciare a questo amore».
     Il re Gunther parlò:
     «Mai non nacque donna tanto valorosa, e forte, che io non possa, con la mia sola mano, facilmente vincerla nella lotta».
     «Tacete», disse Siegfried, «voi non la conoscete. Fossero anche quattro come voi, non potreste salvarvi dal suo furore feroce. Lasciate dunque questo pensiero. Io ve lo consiglio sinceramente. Se volete evitare la morte, fate che il vostro amore per lei non vi affanni inutilmente».
     «Sia forte quanto si voglia, devo fare questo viaggio fino a Brunilde, qualunque cosa possa succedermi. Devo tentarlo per amore della sua grande bellezza; può darsi che Dio faccia che ella ci segua sul Reno».

     «Allora», disse Hagen, «io vi darò il consiglio di pregare Siegfried, che porti con voi il peso di questa faccenda: è questo il miglior consiglio, poichè egli conosce bene Brunilde».
     Gunther disse:
     «Nobile Siegfried, vuoi tu aiutarmi a conquistare questa bellissima donna? Acconsenti alla mia preghiera, e, se io potrò ottenerla in moglie, la mia vita sarà a tua disposizione».
     Siegfried, il figlio di Siegmund, rispose così:
     «Lo farò se in premio mi darai tua sorella, la bella Crimilde, questa splendida figlia di re. Non chiedo altra mercede per le mie fatiche».
     «Te lo prometto sul mio onore, Siegfried», disse Gunther, e, se la bella Brunilde giungerà in questo paese, io ti darò mia sorella in moglie e ti auguro di essere sempre felice con lei».


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