«Egli è re sul Reno, che posso dire di più? Abbiamo navigato sin qui per amor vostro. Egli vuole amarvi, qualunque cosa accada. Pensateci bene, perchè egli non rinunzierà al suo disegno.
«Si chiama Gunther, è un re fiero e potente. Se ottiene il vostro amore, non gli resta altro a desiderare. Per cagion vostra feci con lui questo viaggio. Se egli non fosse il mio signore, l'avrei risparmiato».
Ella disse: « Se questi davvero è il tuo signore
e tu sei suo vassallo, mostri egli il suo valore
nel tentare le prove che io stessa gli propongo.
Ma se perde, di voi tutti, dell'onore, e la vita dispongo».
Disse Hagen di Tronje: «Che prove son, signora?
Saran tanto tremende pel mio signore ancora,
che abbia a essere vinto da voi? Mentre egli spera
di ottenere per moglie una donna sì bella e fiera?».
«Deve lanciar la pietra, raggiungerla col salto,
trattar con me la lancia, non tenete tropp'alto
dunque il vostro ardimento; voi l'onore e la vita
arrischiate; s'ei perde, per voi tutti la è finita».
Siegfried rapidamente s'accostò al re e gli disse
di accettare la sfida, s'anche non gli gradisse;
di non temer, di starsene tranquillo e fiducioso:
«Io, con le astuzie mie, sarò di lei vittorioso».
Disse allora re Gunther: «Magnifica regina,
le prove che la vostra volontà mi destina,
io le sosterrò tutte per voi, se Dio m'aita,
voi sarete mia moglie, o lascerò qui la vita».
Quando la regina udì tali parole, pregò di non indugiare più oltre il gioco. Si fece recare una corazza d'oro e un forte scudo, e indossò una maglia di acciaio proveniente dalla Libia, tutta orlata di borchie lucide.
|