sarete cancellati per sempre dopo quest'ora».
Da ogni parte i guerrieri si affollavano intorno
al caduto. Per molti fu quello un triste giorno.
Lo piange chi conosce la fedeltà e l'onore,
e ben l'ha meritato Siegfried per il suo valore.
Anche il re dei Burgundi compiangeva il ferito.
Disse Siegfried: «A che piange chi m'ha colpito?
Chi ha commesso il delitto non deve pianger poi.
Ma eterno disonore ricadrà sopra di voi».
Disse il feroce Hagen: «Di che vi lamentate?
Ecco le nostre pene alfine terminate.
Or non dobbiam temere nessuno superiore
a noi. Vi ho sbarazzati d'un importuno signore».
«Ben potete vantarvi», disse allora il morente,
«ma, se avessi saputo ch'eravate realmente
assassini, la vita avrei da voi guardata.
Oh, mi affanna il pensiero, de la mia Crimilde amata.
«Abbia pietà il Signore del figlio che mi ha dato...
che sempre, in avvenire, gli sarà rinfacciato
l'assassinio commesso dai suoi stretti parenti.
Non ho forza bastante per dir quanto io lo lamenti!».
Disse Siegfried al re: «Mai nessun uomo ha fatto
quello che voi faceste. Più feroce misfatto
mai fu commesso al mondo. Il mio braccio vi diede
più volte forza e aiuto. Questa è or la mia mercede!».
Tra gli spasimi ancora continuò il moribondo:
«Nobile re, se ancora una sol cosa al mondo
far volete lealmente, la mia cara consorte
vi sia raccomandata assai dopo la mia morte.
«Ella è vostra sorella. Siatele di sostegno,
ven prego per l'onore di cui un principe è degno.
Mi aspetteranno a lungo, mio padre e la mia gente.
Mai non fu fatta a donna una pena più cocente».
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