Brunilde, la bella, era piena di tracotanza. Che gliene importava dei pianti di Crimilde! Mai più non le mostrò amicizia. Ma presto Crimilde doveva procurare anche a lei indicibile dolore.
LA CANZONE DEI NIBELUNGHI
PARTE SECONDA
CRIMILDE
DICIANNOVESIMA AVVENTURA
Come il tesoro dei Nibelunghi giunse a Worms.
Quando la nobile Crimilde rimase così vedova, il margravio Eckewart, con i suoi uomini rimase con lei, come comandava la fedeltà. Egli la servì fino alla morte.
Le fu dato un appartamento a Worms, presso al duomo, ampio ricco e bello, dove la sconsolata sedeva con le sue donne. Andava spesso in chiesa e lo faceva con molta devozione.
Andava spesso là dove era sepolto il suo sposo; ogni giorno ci andava con animo triste, e pregava Dio per lui. Quanto fu pianto con grande fedeltà l'eroe!
Ute e le serve le parlavano spesso. Ma ella nel suo cuore ferito non trovava riposo, nessuna consolazione le giovava. Ella non pensava che a lui, lo amava quanto una donna può amare il marito. Fino all'estremo della sua vita lo pianse. Ma prima lo voleva vendicare. Per quattro anni dopo la morte di Siegfried non aveva rivolto la parola a Gunther, e non aveva guardato Hagen.
Allora Hagen di Tronje disse al re:
«Se facessimo portare qui il tesoro dei Nibelunghi, forse la regina ci riprenderebbe in grazia».
«Proviamolo», disse il re. «Gernot e Giselher intercederanno per noi, perchè ella ne sia contenta».
«Credo che ciò non sarà mai», disse Hagen.
Allora ordinò a Ortwein e al margravio Gere di recarsi a corte insieme a Gernot e al giovinetto Giselher e di parlare con dolcezza e convinzione a Crimilde.
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