«Il mondo può piangere la morte della bella Helke, per le sue grandi virtù e la sua cortesia».
E Hagen e altri dissero lo stesso.
E Rüdiger, il messaggero, disse:
«Permettetemi, nobile re, di esporvi anche altra cosa che vi manda a dire il mio caro signore: Egli vive in grande pena dopo la morte della regina Helke. Gli fu detto che Crimilde è senza marito, poichè morì Siegfried. E, col vostro consenso, ella dovrebbe portare la corona nel paese di Attila».
Gunther rispose cordialmente:
«Glielo dirò, e vi farò sapere fra tre giorni la risposta. Se ella non rifiuta, come potrei io negare alcunchè a Attila?».
Gli ospiti ebbero tutti comodi appartamenti, e Rüdiger disse che aveva trovato buoni amici tra i vassalli di re Gunther. Hagen lo serviva volentieri; egli aveva già goduto della stessa ospitalità.
Così passarono tre giorni. Il re adunò i suoi consiglieri, come saggiamente faceva sempre. E domandò loro se era bene che Crimilde sposasse Attila.
Tutti approvarono, meno Hagen. Egli disse a re Gunther:
«Se siete saggi, state in guardia, e se anche ella acconsentisse, non permettetele di farlo».
Gunther replicò:
«Perchè dovrei oppormi? Tutto ciò che di buono le può ancora occorrere nella vita, io glielo auguro. È la sorella mia». Ma Hagen disse:
«Parlate inconsideratamente. Se conosceste Attila come io, e la sua potenza, non gli lascereste sposare vostra sorella».
A questo diverbio intervennero anche Gernot e Giselher, e diedero torto a Hagen. Giselher disse:
«Amico Hagen, dovreste compensarla del male che le faceste, e guardare senza invidia il bene che può ancora godere».
|