I NIBELUNGHI


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     Rispose a lui Crimilde: «Margravio, se qualcuno
     conoscesse la pena che nel mio cuore aduno,
     non mi direbbe certo di prendere un secondo
     marito, dopo il migliore che mai sia stato al mondo».

     Replicò quell'ardito: «Ma, conforto migliore,
     signora, non v'è al mondo che un infinito amore.
     Quando è lecito amare, quando il cuore riposa
     sopra un cuore fedele, v'è forse più dolce cosa?

     «Se vi degnate accogliere l'amor del mio sovrano,
     ben dodici corone saranno in vostra mano,
     e pur di trenta principi, vinti dal mio signore,
     possedereste i vasti territori con onore.

     «Voi terrete il comando d'uomini forti e arditi,
     che al servizio di Helke già furono istruiti,
     e sopra molte nobili donne, tutte valenti,
     figlie d'alti signori e di principi potenti».

     Così parlò l ardito, e aggiunse. «Il re, signora,

     a tutto quel che ho detto vuole che aggiunga ancora
     che tutte le sue schiere vi saranno soggette
     come furono a Helke; il re giura e lo promette».

     «Come potrei», rispose la regina piangendo,
     «pensare ad uno sposo, nel mio dolor tremendo?
     La morte m'ha in maniera così atroce colpita
     che consolarmi mai non potrò, finchè avrò vita».

     Replicarono gli Unni: «Signora, a quella corte
     la vita è così splendida, che anche il dolor più forte
     si calmerà; ogni gioia troverete fra noi.
     Vi saranno di scorta molti dei nobili eroi».

     Ella parlò cortesemente:
     «Sospendiamo questo discorso fino a domattina; poi ritornate da me, e vi darò una risposta».
     I guerrieri dovettero ubbidire.
     Quando quelli se ne furono andati, la nobile donna mandò a pregare Giselher e la madre di andare da lei; e disse loro che a lei conveniva soltanto di piangere e null'altro.


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