I NIBELUNGHI


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     In mezzo a tutti quegli onori ella pensava al tempo quando viveva felice sul Reno, presso il suo nobile sposo, e gli occhi le si inumidivano, ma faceva in modo che nessuno se ne accorgesse.
     Al diciottesimo giorno partirono da Vienna, e re Attila ritornò con gioia nel paese degli Unni. Passarono la notte nella vecchia città di Heimburg, e a Miesenburg si cominciò a navigare, e l'acqua era così coperta di navi e battelli che pareva terra ferma.
     A Etzelburg gli sposi erano attesi da cavalieri e donzelle, che erano già stati al servizio di Helke. Crimilde vi trovò sette figliuole di re, che erano l'ornamento della corte di Attila. Tutto il personale era governato dalla giovinetta Herrat, figliuola di una sorella di Helke, e fidanzata di Teoderico. Crimilde coi suoi doni e col suo contegno regale si rendeva gradita a tutti. Come teneva bene il posto di Helke!



     VENTITREESIMA AVVENTURA

     Come Crimilde pensò a vendicare il suo dolore.

     Vissero così in grandi onori per sette anni. La regina ebbe un figlio che volle fosse battezzato secondo il rito cristiano, e fu chiamato Ortlieb; tutto il paese di Attila fu in grande gioia.
     La regina era ben conosciuta dagli stranieri e dalla gente del paese, e tutti dicevano che mai una donna migliore e più dolce non v'era stata in nessun paese.
     Sapeva che oramai nessuno più si sarebbe opposto alla sua volontà.
     Vedeva continuamente dodici re pronti a servirla, e cominciò a ripensare alle tante offese che aveva ricevuto nella sua patria.
     Pensava ai grandi onori che aveva goduto nel paese dei Nibelunghi e dei quali l'aveva spogliata Hagen, uccidendo Siegfried.


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