I NIBELUNGHI


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     Disse l'audace Hagen con rabbia: «Non potrei
     certamente tal cosa dire ai signori miei,
     che tutti fra gli Unni la vita perderemo.
     Ma or dimmi, o saggia donna, come di là passeremo».

     Disse: «Se tu non vuoi rinunziare al viaggio,
     un solo navalestro v'è su questo passaggio.
     Tu vedrai la sua casa là sull'orlo de l'acqua.
     Quella, presso e lontano, è la sola». Indi si tacque.

     E un'altra gli gridò dietro:
     «Aspettate, signore Hagen, avete troppa fretta. Ascoltate, prima come farete per attraversare questo paese. Il signore di questa marca si chiama Else.
     «Suo fratello è chiamato Gelfrat, l'eroe, ed è signore in Baviera. Egli non vi lascerà facilmente attraversare la sua marca. Abbiate molta prudenza; e anche col navalestro siate molto accorto.
     «Quegli è di umore tanto feroce, che non tornerete indietro se non siete cortese con quell'uomo forte.

     «Se volete che vi faccia passare, offritegli la mercede; egli custodisce questo paese e è devoto e Gelfrat.
     «E, se egli non viene subito, chiamatelo al di là dell'acqua, e ditegli che siete Almerico; questi era un buon guerriero, che per odio dei suoi nemici dovette lasciare questo paese. Appena udrà questo nome, il navalestro verrà».
     Il superbo Hagen ringraziò le donne del consiglio con un inchino; non disse una parola.
     Si avviò lungo la riva finchè scorse la casa al di là del fiume.
     Il cavaliere si mise a chiamare a gran voce sull'acqua:
     «Tragittami, navalestro, e io ti darò in mercede un braccialetto d'oro rosso; ho assoluto bisogno di attraversare».
     Il navalestro era tanto ricco che non si curava di servire le persone, e raramente accettava la mercede; anche i suoi servi erano tutti d'animo superbo. Ancor sempre Hagen stava solo dall'altra parte dell'acqua.


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