I NIBELUNGHI


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     «Aiutami, fratello Blödel, qui in casa sono i miei nemici, quelli che uccisero Siegfried, il mio caro marito. Chi mi aiutasse a vendicarlo, gli sarei sempre devota».
     Blödel rispose:
     «Signora, non posso far del male ai vostri amici, perchè mio fratello Attila li vede volentieri e non me lo perdonerebbe».
     «No, Blödel, io ti proteggerei, e ti darò in premio il mio argento e il mio oro, e in moglie una bella vedova, che potrai sempre amare. E anche il paese che appartenne già al marito di lei, Nudung, ti prometto che avrai tutto.
     Blödel, a tante offerte, si arrese e disse:
     «Ritornate nella sala, io solleverò rumore; Hagen sconterà il male che vi fece; io ve lo condurrò innanzi legato».
     Allora la regina ritornò nella sala e sedette a tavola accanto a re Attila. Il re indicò a ciascun commensale il suo posto, e fece distribuire cibi diversi ai cristiani e ai pagani, ma tutto in abbondanza.

     Crimilde fece portare alla mensa anche il figlio di Attila, Ortlieb, che sedette alla stessa tavola dove era Hagen. Quando Attila vide il fanciullo, disse ai fratelli di sua moglie:
     «Vedete, amici, è il mio unico figliuolo e quello di vostra sorella. Spero diventi un uomo forte, ardito e nobile. Egli possederà un giorno dodici regni e vi presterà i suoi servigi. Perciò vi prego, amici miei, quando ritornerete a casa vostra sul Reno, conducete con voi il figlio di vostra sorella, e siate sempre ben disposti verso il ragazzo. Allevatelo in onore, finchè diverrà un uomo».
     Hagen disse:
     «Difficilmente se ne farà un uomo; il giovane re è così gracile; certo mi vedranno di rado alla corte di Ortlieb».


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