E un altro aggiunse:
«Sento già il giorno. Se le cose non cambiano, preparatevi, cavalieri, alla pugna; se non ci potremo salvare almeno moriremo con onore».
Gli Unni si accorsero che molti erano ancora vivi e lo riferirono a Crimilde.
«Come è possibile che uno viva ancora dopo il terribile incendio?», esclamò ella, «io credo che siano tutti morti».
I principi e i loro vassalli avrebbero ben voluto ancora salvarsi, se avessero trovato grazia, ma non la trovarono fra gli Unni. Già al mattino presto furono assaliti da un gran numero di essi.
I Burgundi si difesero valorosamente, e molti uomini di Attila giacquero morti a terra.
Gli Unni erano pieni di ardire, perchè volevano guadagnare l'oro della regina, ma più d'uno di loro trovò la morte! Crimilde fece portare molto oro sugli scudi, e lo distribuì liberalmente a tutti quelli che ne volevano.
Disse il suonatore di violino: «Noi siamo ancora qui. Non ho mai veduto guerrieri così desiderosi di combattere, come questi che per nostra rovina prendono l'oro del re».
Allora molti dissero:
«Combattiamo dunque subito, dal momento che dobbiamo cadere, facciamolo volentieri».
Che posso io dire di più? Ben mille duecento guerrieri li assalirono a colpi di spada, ma i Burgundi, che non avevano da sperare pace, ne ferivano e uccidevano molti, e si vedeva scorrere il sangue dalle profonde piaghe mortali.
TRENTASETTESIMA AVVENTURA
Come Rüdiger fu ucciso.
Il marito di Gotelinde venne a corte e vide le grandi rovine da una parte e dall'altra, e il fedele Rüdiger ne pianse. Diceva l'eroe:
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