I NIBELUNGHI


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     «Non lo nego, regina, vi giurai di dare per voi l'onore e la vita, ma non vi ho giurato di perdere l'anima mia. Io stesso ho condotto i principi a questa corte».
     Ma la regina e lo stesso Attila si gettarono ai piedi di Rüdiger. Egli era in grande affanno e esclamava:
     «Ahimè, dovevo vedere questo giorno! rinunziare all'onor mio, alla fedeltà, all'onestà che Dio mi ha comandato. Oh, Signore del cielo, preferirei la morte! Qualunque cosa io faccia, meriterò il biasimo del mondo; mi illumini Colui che mi diede la vita».
     Il re e la regina supplicarono tanto che egli cedette. Molti guerrieri perderanno per lui la vita! ed egli stesso morrà!
     Sapeva bene che il suo guadagno non era che danno e dolore, Egli avrebbe voluto rifiutarsi, sapendo che se egli uccideva uno dei Burgundi sarebbe rimasto come un orrore al mondo.

     Disse al re:
     «Signore Attila, riprendetevi ciò che guadagnai da voi: il paese e i castelli. Nulla voglio conservare, andrò coi miei piedi fuori nella mia miseria. Lascio il vostro paese, senza nessun bene, prendendo alla mano mia moglie e mia figlia. Piuttosto che mancare alla fedeltà, andrò incontro alla morte».
     Disse re Attila:
     «Ma chi vi soccorrerà? Io ti darò il mio paese, i miei uomini, Rüdiger, perchè tu mi vendichi, sarai un re possente vicino a Attila».
     Replicò Rüdiger:
     «Ma come potrei far loro del male? Io li ho invitati nella mia casa, ho dato loro da bere e da mangiare, e ora dovrei ucciderli?
     «A Giselher ho dato la mia figliuola, che non potrebbe essere meglio appoggiata nel mondo; per contegno onore fedeltà e ricchezza non ci fu mai un giovine re più ricco di virtù».


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