I NIBELUNGHI


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     La regina rispose che lo farebbe volentieri.
     Allora Teoderico si allontanò con gli occhi pieni di lagrime. Ma orribilmente si vendicò la moglie di Attila.
     Ai due eletti cavalieri ella tolse la vita.
     Ella li fece mettere separatamente in prigione; e così non si rividero mai più, finchè ella non fece portare dinanzi a Hagen la testa di Gunther. Fu assai feroce contro quei due la vendetta di Crimilde.
     Ella andò a trovare Hagen nella sua prigione.
     Parlò con odio e collera al guerriero:
     «Se mi restituite ciò che mi avete tolto, potrete ritornare ancora vivo nel paese dei Burgundi».
     Il feroce Hagen rispose:
     «È un discorso inutile, nobilissima figlia di re. Ho giurato di non rivelare dove è nascosto il tesoro, finchè sarà vivo uno dei miei signori. Così non cadrà in mano a nessuno».

     Sapeva bene che lo farebbe morire.
     «Allora, la finirò io», disse Crimilde, e ordinò di uccidere suo fratello. Gli fu tagliata la testa e essa la portò, tenendola per i capelli, dinanzi all'eroe di Tronje. Fu per lui una spaventevole vista.
     Quando il guerriero vide la testa del suo signore, disse a Crimilde:
     «Sì, tu sei giunta alla fine dei tuoi desideri, e tutto è accaduto come avevo previsto.
     «Ora è morto il nobile re dei Burgundi, e anche il giovine Giselher e Gernot? Nessuno dunque più sa, tranne Dio e me, dove si trova il tesoro. Ma a te, donna infernale, sarà nascosto per sempre».
     Ella disse
     «Tu hai mal riparato il male che mi hai fatto.
     «Ma voglio conservare io la spada di Siegfried. Egli la portava, il mio dolce e diletto sposo, l'ultima volta che lo vidi, e il mio cuore ha sofferto per la sua perdita più che per qualunque altro male».


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