Lo spirito di partito dispone in modo sbalorditivo all'entusiasmo: non c'e' fazione che non abbia i propri energumeni.
L'entusiasmo e' soprattutto il retaggio della religiosita' male intesa. Il giovane fachiro che, nel dire le sue preghiere, vede la punta del suo naso, si monta a poco a poco sino a credere che, se si carica di catene del peso di cinquanta libbre, l'Essere supremo gliene sara' molto grato. Si addormenta con la fantasia piena di Brahma, e naturalmente lo vede in sogno. Qualche volta, fra il sonno e la veglia, dai suoi occhi sprizzano scintille: vede Brahma splendente di luce, cade in estasi, e questa malattia diventa spesso incurabile. La cosa piu' difficile e' il saper congiungere ragione ed entusiasmo; la ragione consiste nel vedere sempre le cose come sono; chi, nell'ubriachezza, vede doppio, e' in quel momento privo di ragione. L'entusiasmo e' come il vino: puo' suscitare tanto tumulto nei vasi sanguigni e cosi' violente vibrazioni nei nervi, che la ragione ne viene ottenebrata. Puo' anche causare soltanto leggere scosse, che provocano nel cervello un'attivita' un poco piu' intensa del normale: e' quello che accade nei grandi moti d'eloquenza, e soprattutto nella poesia sublime. L'entusiasmo ragionevole e' il dono dei grandi poeti.
Questo entusiasmo ragionevole e' la perfezione della loro arte; e' quel che fece credere un tempo che essi fossero ispirati dagli dei; ed e' cio' che non fu mai detto degli altri artisti. Come puo' la ragione governare l'entusiasmo? Un poeta traccia dapprima l'ordito della sua opera; e la ragione guida la sua penna. Ma, se vuole animare i personaggi e infondere loro la forza delle passioni, allora l'immaginazione si accende e subentra l'entusiasmo; e' come un corsiero che prenda la mano, ma corra lungo una strada regolarmente tracciata.
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