Che m'importa che tu sia temperante? Osservi un precetto di salute; starai meglio, mi congratulo con te. Hai la fede e la speranza, mi congratulo ancora di piu': ti procureranno la vita eterna. Le tue virtu' teologali sono doni celesti; le tue virtu' cardinali sono ottime qualita' che ti servono ad agire rettamente; ma non sono virtu' in relazione al tuo prossimo. Il prudente fa del bene a se stesso, il virtuoso ne fa agli uomini. San Paolo ha avuto ragione di dirti che la carita' sovrasta la fede e la speranza.
Ma come! non si ammetteranno altre virtu' se non quelle che sono utili al prossimo? E come posso ammetterne altre? Viviamo in societa': e dunque per noi non c'e' nulla di veramente buono tranne cio' che fa il bene della societa'. Un solitario sara' sobrio, pio; portera' il cilicio: ebbene, sara' santo; ma io lo chiamero' virtuoso solo quando avra' compiuto qualche atto di virtu' da cui abbiano tratto giovamento altri uomini. Finche' e' solo, non e' ne' benefico ne' malefico; non e'
niente per noi. Se san Bruno ha portato la pace nelle famiglie, se ha soccorso l'indigenza, e' stato virtuoso; se ha digiunato, pregato in solitudine, e' stato un santo. La virtu' tra gli uomini e' un commercio di buone azioni; chi non ha parte in questo commercio non deve esser preso in considerazione. Se quel santo fosse nel mondo, senza dubbio vi farebbe del bene; ma finche' non vi sara', il mondo avra' ragione di non dargli il nome di virtuoso: sara' buono per se' e non per noi.
Ma, mi direte, se un solitario e' goloso, ubriacone, se si da' da solo a segrete dissolutezze, e' vizioso: e dunque e'
|