A voler giudicare le cose sulla sola base degli esempi delle nostre storie moderne, sembrerebbe piuttosto difficile che Abramo sia stato il padre di due popoli cosi' diversi; c'e' stato detto che era nato in Caldea, figlio di un povero vasaio che si guadagnava da vivere facendo dei piccoli idoli di terracotta. Non e' molto verosimile che il figlio di un vasaio sia andato a fondare la Mecca trecento leghe piu' in la', sotto i tropici, affrontando deserti impraticabili. Se fu un conquistatore, si volse senza dubbio verso il bel paese dell'Assiria; e se non fu che un pover'uomo, come ci viene dipinto, non puo' aver fondato regni cosi' lontani dalla sua terra.
Il Genesi narra che aveva settantacinque anni quando lascio' il paese di Aram, dopo la morte di suo padre Terah, il vasaio; ma sempre il Genesi narra anche che Terah, avendo generato Abramo all'eta' di settant'anni, visse fino a duecentocinque anni e che Abramo se ne ando' via da Haran solo dopo la morte di suo padre. e' chiaro, dunque, da quel che dice il Genesi stesso, che Abramo aveva centotrentacinque anni quando lascio' la Mesopotamia. Egli dunque lascio'
un paese idolatra per andare in un altro paese idolatra chiamato Sichem, in Palestina. Perche' proprio li'? Perche'
abbandono' le fertili rive dell'Eufrate per una regione cosi' lontana, cosi' sterile e pietrosa come quella di Sichem? La lingua caldea doveva essere assai diversa da quella di Sichem, che non era un paese di commerci. Sichem dista piu' di cento leghe dalla Caldea; per arrivarci bisogna attraversare dei deserti; ma Dio voleva che Abramo facesse questo viaggio, voleva mostrargli la terra che avrebbero dovuto occupare i suoi discendenti, molti secoli dopo di lui. L'intelligenza umana stenta a comprendere le ragioni di un tale viaggio.
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