E adesso ditemi, in buona fede: questo potere di sentire e di pensare e' lo stesso che vi fa digerire e camminare?
Voi rispondete di no perche' il vostro intelletto avrebbe un bel dire al vostro stomaco: «Digerisci!» Quello, se e' malato, non fara' niente; e invano il vostro ente immateriale comandera' ai vostri piedi di camminare: se hanno la gotta, non muoveranno un passo.
I greci si resero conto che spesso il pensiero non ha niente a che fare con l'azione dei nostri organi; essi ammisero per questi organi un'anima animale, e, per i pensieri, un'anima piu' fine, piu' sottile, un $íï(tm)o'$. Ma ecco che quest'anima del pensiero esercita, in mille occasioni, una giurisdizione su quella animale. L'anima pensante ordina alle mani di prendere, ed esse prendono. Essa pero' non dice al cuore di battere, al sangue di scorrere, al chilo di formarsi; tutto questo avviene senza di lei: ecco due anime negli impicci e ben poco padrone a casa loro. Ora, quella prima anima animale sicuramente non esiste: essa non e' altro che il moto dei nostri organi. Ma bada, uomo! Grazie alla tua debole ragione, non hai maggiori prove che l'altra anima esista. Puoi saperlo solo grazie alla fede. Sei nato, vivi, agisci, pensi, vegli, dormi senza sapere come. Dio t'ha dato la facolta' di pensare, come t'ha dato tutto il resto; e se non fosse venuto lui ad insegnarti, nel momento fissato dalla sua provvidenza, che tu hai un'anima immateriale e immortale, non ne avresti nessuna prova.
Vediamo adesso i bei sistemi che la tua filosofia ha fabbricato su queste anime. Uno dice che l'anima dell'uomo e' parte della sostanza; un altro, che essa e' una parte del gran Tutto; un terzo, che e' creata ab aeterno; un quarto, che e' fatta e non creata; altri assicurano che Dio forma le anime via via che ce n'e'
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