Cicerone non aveva che dubbi; suo nipote e sua nipote poterono conoscere la verita' dai primi galilei che vennero a Roma.
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Ma prima di quel tempo e dopo, in tutto il resto della terra dove gli apostoli non giunsero, ognuno doveva dire alla propria anima: «Chi sei? Da dove vieni? Che fai? Dove vai? Tu sei un non so che, che pensa e sente, e quand'anche tu continuassi a sentire e a pensare per cento milioni di anni, non ne sapresti di piu' su te stessa, con i tuoi lumi, senza l'aiuto di un Dio.»
O uomo, quel Dio ti ha dato l'intelletto perche' tu possa condurti bene, non per penetrare nell'essenza delle cose che ha creato.
e' cosi' che ha pensato Locke e, prima di Locke, Gassendi, e prima di Gassendi, un gran numero di saggi; ma noi abbiamo dei baccellieri che sanno tutto cio' che quei grandi uomini ignoravano. Alcuni crudeli nemici della ragione hanno osato dar contro a queste verita' riconosciute da tutti i saggi. Essi hanno spinto la malafede e l'impudenza fino a imputare agli autori di quest'opera la tesi che l'anima e' materiale. Ma voi, persecutori dell'innocenza, sapete benissimo che abbiamo detto proprio il contrario. Sapete bene che in fondo a pagina ..., ci sono queste precise parole contro Epicuro, Democrito e Lucrezio:
«Amico mio, come puo' un atomo, pensare? Confessa che non ne sai niente.» Voi siete, evidentemente, dei calunniatori. Nessuno sa cos'e' l'essere chiamato «spirito», cui anche voi date questo nome materiale, che significa «soffio». Tutti i primi padri della Chiesa credettero che l'anima fosse corporea. e' impossibile, a noi esseri limitati, sapere se la nostra intelligenza e' una sostanza o una facolta': noi non possiamo conoscere a fondo ne' l'essere esteso, ne' l'essere pensante, ne' il meccanismo del pensiero.
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