Fu domandato a san Cipriano, vescovo di Cartagine, se quelli che si erano fatti innaffiare il corpo fossero effettivamente battezzati. Egli rispose, nella sua settantaseiesima lettera, che «molte Chiese non credevano che quegli innaffiati fossero cristiani; lui pensava, invece, che fossero tali, ma che avessero una grazia infinitamente minore di coloro che erano stati immersi tre volte, secondo l'uso».
Un cristiano era iniziato dopo essere stato immerso: prima, era semplicemente catecumeno. Per essere iniziati, bisognava avere dei garanti, dei mallevadori, che si chiamavano con un nome che corrisponde a «padrini», affinche' la Chiesa si assicurasse della fedelta' dei nuovi adepti, e i suoi misteri non venissero divulgati. Ecco perch e', nei primi secoli, i gentili furono, in generale, assai male informati dei misteri dei cristiani: proprio come questi lo erano dei misteri di Iside e di Eleusi.
Cirillo d'Alessandria, nel suo scritto contro l'imperatore Giuliano, dice: «Io parlerei del battesimo, se non temessi che il mio discorso potrebbe pervenire ai non iniziati.»
Nel II secolo si comincio' a battezzare i bambini; era naturale che i cristiani desiderassero che i loro figli, i quali senza quel sacramento, sarebbero stati dannati, ne fossero muniti. Si concluse infine che bisognava amministrarglielo dopo otto giorni dalla nascita, perche' i bambini ebrei venivano circoncisi a quest'eta'. La Chiesa greca segue ancora tale uso. Tuttavia, nel III secolo, prevalse la consuetudine di non farsi battezzare che in punto di morte. Coloro che morivano nella prima settimana erano dannati, secondo i piu' rigidi fra i Padri della Chiesa. Ma Pietro Crisologo, nel V secolo, immagino' il Limbo come una specie di inferno mitigato, e, propriamente, orlo d'inferno, 17
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