La religione dei letterati, ripetiamo, e' ammirevole. Nessuna superstizione, nessuna leggenda assurda, nessuno di quei dogmi che insultano la ragione e la natura, e ai quali i bonzi attribuiscono mille significati diversi, perche' non ne hanno alcuno. Da piu' di quaranta secoli, il culto piu' semplice e' sembrato loro il migliore. I cinesi sono come noi pensiamo che fossero Seth, Enoch e Noe'; s'accontentano d'adorare un Dio come tutti i saggi della terra, mentre noi, in Europa, ci dividiamo tra Tommaso e Bonaventura, fra Calvino e Lutero, fra Giansenio e Molina. CIRCONCISIONE
Quando Erodoto riferisce quel che gli dissero i barbari presso i quali viaggio', racconta delle sciocchezze: come fa la maggior parte dei nostri viaggiatori; cosi' non pretende di essere creduto quando parla dell'avventura di Gige o del re Candaule, o di Arione, portato in groppa da un delfino; o dell'oracolo consultato per sapere che cosa faceva Creso, il quale rispose che in quel momento faceva cuocere una tartaruga in una pentola chiusa; o del cavallo di Dario, che, per aver nitrito prima degli altri, proclamo' re il suo padrone; e di cento altre favole buone per divertire i bambini e per essere raccolte dai retori; ma quando parla di quel che ha veduto, dei costumi dei popoli che ha esaminato, delle loro antichita' che ha consultato, allora parla per gli uomini.
«Sembra,» dice nel libro Euterpe, «che gli abitanti della Colchide siano originari dell'Egitto; lo giudico da me, piuttosto che per sentito dire, perche' ho trovato che nella Colchide ci si ricorda degli antichi egiziani molto piu' che, in Egitto, non ci si ricordi degli antichi costumi di Colco.
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