Gli ebrei dicono che un tempo, per carita', furono accolti in Egitto; non e' verosimile che il popolo piu' piccolo abbia imitato un'usanza del popolo piu' grande, e che gli ebrei abbiano accolto qualche costumanza dei loro padroni?
Clemente d'Alessandria riferisce che Pitagora, viaggiando fra gli egiziani, fu obbligato a farsi circoncidere per essere ammesso ai loro misteri; era, dunque, assolutamente necessario essere circoncisi per venire ammessi tra i sacerdoti d'Egitto. Questi sacerdoti esistevano gia', quando Giuseppe giunse in Egitto: il governo di quel paese era antichissimo, e le antiche cerimonie venivano osservate con la piu' scrupolosa esattezza. Gli ebrei ammettono di aver dimorato per duecentocinque anni in Egitto; dicono che non si fecero circoncidere durante tutto quel tempo; e' dunque chiaro che, durante quei duecentocinque anni, gli egiziani non appresero la circoncisione dagli ebrei. L'avrebbero forse appresa piu' tardi, dopo che gli ebrei ebbero rubato tutti i vasi che avevano ricevuto in prestito ed erano fuggiti nel deserto con le loro prede, secondo la loro stessa testimonianza? Un padrone adottera' il segno principale della religione di un suo schiavo ladro e fuggiasco? Questo non e' conforme alla natura umana.
Nel libro di Giosue' e' detto che gli ebrei furono circoncisi nel deserto: «Io vi ho liberati da quello che faceva il vostro obbrobrio fra gli egiziani.» Ora, quale poteva essere quest'obbrobrio per gente che si trovava tra i popoli della Fenicia, gli arabi e gli egiziani, se non qualcosa che li rendeva degni di disprezzo a queste tre nazioni? Come si poteva toglier loro questo obbrobrio? Togliendo loro un po' di prepuzio. Non e' questo il senso naturale del passo in questione?
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