Chiama gli abitator dell'ombre eterne
il rauco suon de la tartarea tromba.
Treman le spaziose atre caverne;
e l'aer cieco a quel rumor rimbomba:
ne' si' stridendo mai da le superne
regioni del cielo il folgor piomba,
ne' si' scossa gia' mai trema la terra
quando i vapori in sen gravida serra.
Egli lesse poi a caso parecchie ottave di questa forza e armonia: «Ah! e' dunque questo,» esclamo', «cio' che il vostro Boileau chiama "orpello"? Cosi' dunque pretende di sminuire un grand'uomo che viveva cent'anni prima di lui, per meglio innalzare un altro grand'uomo, Virgilio, vissuto milleseicento anni prima, e che avrebbe certo reso giustizia al Tasso?» «Consolatevi,» risposi, «prendiamo i melodrammi di Quinault.»
Trovammo subito, ad apertura di libro, di che incollerirci con la critica: ecco qua il mirabile poema Armide, in cui leggemmo questi versi:
Sidonie
La haine est affreuse et barbare,
L'amour contraint les coeurs dont il s'empare
a' souffrir des maux rigoureux.
Si votre sort est en votre puissance,
Faites choix de l'indiffe'rence:
Elle assure un sort plus heureux.
Armide
Non, non, il ne m'est pas possible
De passer de mon trouble en un e'tat paisible,
Mon coeur ne se peut plus calmer;
Renaud m'offense trop, il n'est que trop aimable;
C'est pour moi de'sormais un choix indispensable
De le haï r ou de l'aimer.
Leggemmo tutto il dramma, in cui il genio del Tasso riceve ancora nuove grazie dal talento di Quinault.
«Ebbene!» dissi al mio amico, «questo e' proprio quel Quinault che Boileau si sforzo' sempre di considerare come il piu'
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