Voltaire
DIZIONARIO FILOSOFICO


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     Cette influence souveraine

     N'est pour lui qu'une illustre chaîne

     Qui l'attache au bonheur d'autrui;

     Tous les brillants qui l'embellissent,

     Tous les talents qui l'ennoblissent,

     Sont en lui, mais non pas a' l ui.

     Il n'est rien que le temps n'absorbe, ne de'vore,

     Et les faits qu'on ignore

     Sont bien peu diffe'rents des faits non avenus.

     La bonte' qui brille en elle

     De ses charmes les plus doux

     Est une image de celle

     Qu'elle voit briller en vous.

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     Et, par vous seule enrichie,

     Sa politesse, affranchie

     Des moindres obscurite's,

     Est la lueur re'fle'chie

     De vos sublimes clarte's.

     Ils ont vu par ta bonne foi

     De leurs peuples trouble's d'effroi

     ILa crainte heureusement de'çue,

     Et de'racine'e a' jamais

     La haine si souvent reçue

     En survivance de la paix.

     De'voile a ma vue empresse'e


     Ces de'ite's d'adoption,

     Synonymes de la pense'e,

     Symboles de l'abstraction.

     N'est-ce pas une fortune,

     Quand d'une charge commune

     Deux moitie's portent le faix,

     Que la moindre le re'clame,

     Et que du bonheur de l'âme,

     Le corps seul fasse les frais?

     «Certo,» disse allora il mio giudizioso amatore della letteratura, «non bisognava dare opere cosi' detestabili come modelli a chi si criticava con tanta acredine; sarebbe stato meglio lasciare il proprio avversario godere in pace del suo merito, e conservare quello che si aveva. Ma che volete? Il genus irritabile vatum e' malato di quella stessa bile che lo tormentava in passato. Il pubblico perdona queste miserie agli uomini di talento, perche' non pensa che a divertirsi. Vede, in un'allegoria intitolata Plutone, dei giudici condannati ad essere scorticati e a sedere, negli inferi, su seggi ricoperti della loro pelle, anziche' di gigli; il lettore non si preoccupa di sapere se essi lo meritino o no, se il querelante che li cita davanti a Plutone abbia torto o ragione. Legge quei versi solo per il suo piacere; se gliene danno, non chiede altro; se gli dispiacciono, lascia li' l'allegoria e non farebbe un solo passo per far confermare o annullare la sentenza.


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