Voltaire
DIZIONARIO FILOSOFICO


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     Nessuno osa piu' ripetere, oggi, sulla scorta del calunniatore Teodoreto, che egli immolo' una donna nel tempio di Carre, per rendersi gli dei propizi. Nessuno ripete piu' che, morendo, getto' con la mano qualche goccia del suo sangue verso il cielo, dicendo a Gesu' Cristo: «Hai vinto, Galileo!» come se avesse combattuto contro Gesu' nel fare la guerra ai persi; come se questo filosofo, che mori' con tanta rassegnazione, avesse riconosciuto Gesu'; come se avesse creduto che Gesu' fosse nell'aria e che questa fosse il cielo! Queste assurdita' di coloro che vengon chiamati «Padri della Chiesa»

     oggi non si ripetono piu'.

     Si tenta perfino di metterlo in ridicolo, come facevano i frivoli cittadini di Antiochia. Gli si rimprovera la barba mal pettinata e la maniera di camminare. Ma, signor abate de La Bletterie, voi non l'avete visto camminare, e avete invece letto le sue lettere e le sue leggi, monumento delle sue virtu'. Che importa se aveva la barba sudicia e il passo precipitoso, se il suo cuore era magnanimo e ogni suo impulso tendeva alla virtu'?


     Resta un fatto importante da esaminare. Si rimprovera a Giuliano di aver voluto smentire la profezia di Gesu'

     Cristo, ricostruendo il tempio di Gerusalemme. Si dice che uscissero di sotterra fuochi che impedirono l'opera. Si dice che questo e' un miracolo, e che questo miracolo non converti' ne' Giuliano, ne' Alipio, sovrintendente di quell'impresa, ne'

     nessuno della sua corte. E su cio' l'abate de La Bletterie s'esprime cosi': «Egli e i filosofi della sua corte misero senza dubbio in opera cio' che sapevano di fisica per sottrarre a Dio un miracolo cosi' spettacoloso. La natura fu sempre la risorsa degli increduli, ma serve la religione cosi' a proposito, che essi dovrebbero perlomeno sospettarla di collusione.»


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