Ma e' anche verosimile che, in un'eta' in cui non si parlava che di prodigi e di stregonerie, Ammiano Marcellino abbia basato questa favola sulla fede di qualche spirito ingenuo. Da Tito Livio fino a De Thou incluso, tutte le storie sono infettate di prodigi.
In ottavo luogo, se Gesu' faceva miracoli, li avrebbe fatti proprio per impedire che si ricostruisse un tempio dove lui stesso sacrifico' e fu circonciso? Non avrebbe fatto piuttosto miracoli per rendere cristiani tanti popoli che si beffavano del cristianesimo, o piuttosto per rendere piu' umili e piu' umani i suoi cristiani, i quali, da Ario e Atanasio fino a Rolando e ai cavalieri delle Ce'venne, versarono torrenti di sangue e si comportarono da cannibali?
Da cio' concludo che la «natura» non e' «in collusione» col cristianesimo, come scrive La Bletterie, ma piuttosto che La Bletterie e' in collusione con favole da vecchierelle, come dice Giuliano: «Quibus cum stolidis aniculis negotium erat».
La Bletterie, dopo aver reso giustizia ad alcune virtu' di Giuliano, termina pertanto la storia di questo grand'uomo dicendo che la sua morte fu dovuta alla «vendetta divina». Se cosi' fosse, tutti gli eroi morti giovani, da Alessandro a Gustavo Adolfo, sarebbero morti per punizione di Dio. Giuliano mori' della piu' bella morte, inseguendo i suoi nemici dopo molte vittorie. Gioviano, che gli succedette, regno' molti anni meno di lui, e con vergogna. Io non ci vedo affatto la vendetta divina, e non vedo in La Bletterie che un declamatore in mala fede. Ma dove sono gli uomini che osano dire la verita'? (voi: ma non ho intenzione di imitarvi).
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