Se i persiani, i sabei, gli egizi, i tartari, i turchi siano stati idolatri e quanto antica sia l'origine dei simulacri chiamati idoli. Storia del loro culto
e' un grande errore chiamare «idolatri» i popoli che adorarono il sole e le stelle. Queste nazioni non ebbero per molto tempo ne' simulacri ne' templi. Se si ingannarono fu nel rendere agli astri il culto dovuto al creatore di questi. Per di piu', il dogma di Zoroastro, o Zardust, raccolto nel Sadder, indica un Essere supremo, vendicatore e remuneratore: e questo e' ben lontano dall'idolatria. Il governo della Cina non ebbe mai nessun idolo; conservo' sempre il semplice culto del signore del cielo, King-tien. Gengis-Khân, fra i tartari, non era idolatra e non adorava nessun simulacro. I musulmani, di cui sono piene la Grecia, l'Asia Minore, la Siria, la Palestina, l'India e l'Africa, chiamano i cristiani
«idolatri», «giaurri», perche' credono che i cristiani osservino il culto delle immagini. Fecero a pezzi molte statue che trovarono a Costantinopoli, in Santa Sofia, nella chiesa dei Santi Apostoli e in altre che convertirono in moschee. L'apparenza li inganno', come sempre inganna gli uomini, e fece loro credere che dei templi dedicati a santi che un giorno erano stati uomini, e le immagini di quei santi riverite in ginocchio, e i miracoli compiuti in quei templi fossero prove inconfutabili della piu' completa idolatria. Ma non e' affatto cosi'. In effetti i cristiani non adorano che un solo Dio e nei beati onorano soltanto la virtu' stessa di Dio, che agisce nei suoi santi. Gli iconoclasti e i protestanti lanciarono la stessa accusa d'idolatria alla Chiesa, e si dette loro la stessa risposta.
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