Voltaire
DIZIONARIO FILOSOFICO


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     Dacier, anziche' concludere che i romani adoravano la statua di Priapo, e che Baruch l'aveva predetto, avrebbe dovuto dunque concludere che i romani ne ridevano. Consultate tutti gli autori che parlano delle statue dei loro dei, non ne troverete nessuno che parli d'idolatria: dicono esattamente il contrario.

     Leggete in Marziale:

     Qui finxit sacros auro vel marmore vultus,

     Non facit ille deos...

     In Ovidio:

     Colitur pro Jove forma Jovis.

     In Stazio:

     Nulla autem effigies, nulli commissa metallo

     Forma Dei; mentes habitare ac pectora gaudet.

     In Lucano:

     Estne Dei sedes, nisi terra et pontus et aer?

     Si farebbe un volume di tutti i passi che asseriscono che quelle immagini non erano altro che immagini. Soltanto nel caso di statue che pronunciavano oracoli, si e' potuto pensare che esse avessero in se' qualcosa di divino. Ma certo l'opinione predominante era che gli dei avessero scelto certi altari, certi simulacri per risiedervi ogni tanto, darvi udienza agli uomini e rispondere loro. In Omero e nei cori delle tragedie greche si trovano preghiere dedicate solo ad Apollo, il quale da' i suoi responsi sulle montagne, nel tal tempio, nella tal citta': in tutta l'antichita' non c'e' la minima traccia d'una preghiera rivolta a una statua.


     Coloro che praticavano la magia, che la credevano una scienza, o fingevano di crederlo, pretendevano di possedere il segreto di far scendere gli dei nelle statue: non gli dei maggiori, ma quelli secondari, i geni. Era quel che Mercurio Trismegisto chiamava «fare dei» e che sant'Agostino confutava nella sua Citta' di Dio. Ma cio' stesso mostra con evidenza che i simulacri non avevano in se' niente di divino, poiche' bisognava che un mago li animasse. E mi sembra che succedesse di rado che un mago fosse tanto abile da animare una statua e farla parlare. In due parole, le immagini degli dei non erano dei. Giove, e non la sua immagine, lanciava il fulmine; e non era la statua di Nettuno ad agitare i mari ne' quella di Apollo a diffondere la luce. I greci e i romani erano gentili, politeisti, ma non erano idolatri. 87


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