che non avete detto? O siete un ignorante che non sa che tale credenza era universale in Egitto, in Caldea, in Persia, o siete un uomo assai sprovveduto se, conoscendo quel dogma, non ne avete fatto la base della vostra religione.»
Gli autori delle leggi ebraiche potrebbero tutt'al piu' rispondere: «Confessiamo d'essere estremamente ignoranti; d'aver imparato a scrivere molto tardi; confessiamo che il nostro popolo era un'orda selvaggia e barbara che erro' per quasi mezzo secolo in deserti impraticabili; che usurpo' infine, un piccolo paese con le rapine piu' odiose e le crudelta' piu'
esecrabili che la storia ricordi. Non avevamo nessun commercio con le nazioni civili: come pretendete che noi, i piu'
terrestri degli uomini, potessimo inventare un sistema del tutto spirituale? Noi ci serviamo della parola "anima" solo per designare la vita: non concepimmo il nostro Dio e gli angeli suoi ministri che come esseri corporei: la distinzione dell'anima e del corpo, l'idea di una vita dopo la morte non possono essere che il frutto di una lunga meditazione e di una sottilissima filosofia. Domandate agli ottentotti e ai negri, che abitano un paese cento volte piu' grande del nostro, se conoscono la vita futura. Abbiamo ritenuto sufficiente persuadere il nostro popolo che Dio punisce i malfattori fino alla quarta generazione, sia con la lebbra, sia con morti improvvise, sia con la perdita di quel po' di beni che potevano possedere.»
A questa apologia si potrebbe replicare: «Avete inventato un sistema il cui ridicolo salta agli occhi; perche' il malfattore che godeva buona salute e la cui famiglia prosperava, doveva necessariamente beffarsi di voi.»
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