grosse noci di cocco e i migliori ananas del mondo; era dolce viverci al tempo in cui altrove si sgozzava il resto della nazione diletta, ma l'esseno piangeva pensando che forse non restavano piu' altri ebrei sulla terra, e che il seme di Abramo si sarebbe estinto.
«Sta in voi risuscitarlo,» disse il giovane ebreo: «sposate mia sorella» «Lo farei volentieri,» disse l'elemosiniere, «ma la legge vi si oppone. Sono esseno, ho fatto voto di non sposarmi; la legge esige che si adempiano i propri voti; s'estingua pure la razza ebrea, ma certo io non sposero' vostra sorella, per quanto graziosa sia.»
«I miei due eunuchi non possono darle dei figli,» riprese l'ebreo; «percio' gliene daro' io, se vi sta bene, e sarete voi a benedire il matrimonio.»
«Preferirei mille volte essere sventrato dai soldati romani,» disse l'elemosiniere, «che autorizzarvi a commettere un incesto; fosse almeno vostra sorella da parte di padre, passi ancora, la legge lo permette; ma e' vostra sorella da parte di madre, e cio' e' abominevole.»
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«Capisco,» disse il giovane, «che sarebbe un delitto a Gerusalemme, dove potrei trovare altre ragazze; ma nell'isola di Padrabranca, dove non vedo altro che noci di cocco, ananas e ostriche, credo che la cosa sia piu' che permessa.»
L'ebreo, nonostante le proteste dell'esseno sposo' dunque la sorella, e ne ebbe una figlia: fu l'unico frutto di un matrimonio che l'uno reputava legittimo e l'altro abominevole.
In capo a quattordici anni, la madre mori'; il padre disse all'elemosiniere: «Vi siete finalmente sbarazzato dei vostri vecchi pregiudizi? Volete sposare mia figlia?» «Dio mi guardi!» disse l'esseno. «Ebbene, allora la sposero' io,»
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