Giuste ragioni. Vedete che non potete volere senza ragione. Io vi dichiaro che siete libero di sposarvi: ossia, che avete il potere di firmare il contratto nuziale.
B
Come? Non posso volere senza ragione? Che ne sarebbe allora di quest'altro proverbio: «Sit pro ratione voluntas», la mia volonta' e' la mia ragione, voglio perche' voglio?
A
Questo e' assurdo, mio caro amico, ci sarebbe in voi un effetto senza causa.
B
Come? Quando gioco a pari o dispari, ho forse una ragione di scegliere pari piuttosto che dispari?
A
Si', senza dubbio.
B
E qual e' questa ragione, se non vi spiace?
A
e' il fatto che alla vostra mente si e' presentata l'idea del pari prima dell'idea opposta. Sarebbe buffo se ci fossero casi in cui voi volete perche' c'e' una causa di volere, e casi in cui invece volete senza causa. Quando vi volete sposare, ne sentite indubbiamente la ragione dominante; quando giocate a pari o dispari, non la sentite: e tuttavia bisogna bene che ce ne sia una.
B
Ma, ancora una volta, io dunque non sono libero?
A
La vostra volonta' non e' libera, ma le vostre azioni lo sono. Voi siete libero di agire solo se avete il potere di agire. B
Ma tutti i libri che ho letto sulla liberta' d'indifferenza?...
A
Sono sciocchezze: la liberta' d'indifferenza non esiste; e' un modo di dire privo di senso, inventato da gente abbastanza scriteriata.
LIBERTa' DI PENSIERO
Verso l'anno 1707, quando gli inglesi vinsero la battaglia di Saragozza, posero sotto la loro protezione il Portogallo, e diedero per qualche tempo un re alla Spagna; milord Boldmind, ufficiale generale, che era rimasto ferito, si trovava alle acque di Bare'ges. Vi incontro' il conte Medroso, il quale, caduto da cavallo dietro le salmerie, a una lega e mezzo dal campo di battaglia, era venuto anche lui a passare le acque. Costui era familiare con l'Inquisizione; milord Boldmind non era familiare che nella conversazione; un giorno, dopo aver bevuto, ebbe con Medroso questo scambio d'idee:
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