A
Ecco qua i miseri sofismi dei poveri sofisti che vi hanno istruito. Eccovi sconvolto di sapervi libero come il vostro cane. Ebbene, non assomigliate al vostro cane in mille cose? La fame, la sete, la veglia, il sonno, i cinque sensi, non li avete tutti e due tali e quali? Vorreste sentire gli odori altrimenti che con il naso? Perche' volete avere una liberta' diversa da quella che ha lui?
B
Ma io ho un'anima che ragiona molto, e il mio cane ragiona a malapena. Ha poco piu' che qualche idea elementare, mentre io ho mille idee metafisiche.
A
Ebbene, voi siete mille volte piu' libero di lui; ossia avete mille volte piu' di lui il potere di pensare, ma non siete libero in modo diverso da lui.
B
Cosa? Non sono libero di volere quel che voglio?
A
Che intendete con cio'?
B
Quel che intendono tutti. Non diciamo forse tutti i giorni: «le volonta' sono libere»?
A
Un proverbio non e' un argomento: spiegatevi meglio.
B
Intendo dire che sono libero di volere come mi piacera'.
A
Col vostro permesso, questo non ha senso. Non vi rendete conto che e' ridicolo dire «Io voglio volere»? Voi volete necessariamente, in conseguenza delle idee che vi sono balzate alla mente. Volete sposarvi, si' o no?
B
E se vi dicessi che non voglio ne' l'una cosa ne' l'altra?
A
Rispondereste come quel tale che diceva: «Gli uni credono che il cardinal Mazzarino sia morto, gli altri che sia ancora vivo, e io non credo ne' l'una cosa ne' l'altra».
B
Va bene. Voglio sposarmi.
A
Questa e' una risposta. Perche' volete sposarvi?
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B
Perche' amo una ragazza bella, dolce, bene educata, abbastanza ricca, che canta benissimo, i cui genitori sono gente civile, e perche' mi lusingo d'essere riamato da lei e molto ben visto dalla sua famiglia. A
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