Altri, piu' arditi, hanno posto i seguenti quesiti:
1) In quale lingua Mose' avrebbe scritto in un selvaggio deserto? Non poteva essere che in egiziano, perche' dal testo stesso risulta che Mose' e tutto il suo popolo erano nati in Egitto. e' probabile che essi non parlassero altra lingua. Gli egiziani non si servivano ancora del papiro; i geroglifici venivano incisi sul marmo o sul legno. e' anche detto che le tavole dei comandamenti furono incise sulla pietra. Si sarebbero dunque dovuti incidere su pietre polite cinque volumi, il che avrebbe richiesto sforzi e tempo prodigiosi.
2) e' verosimile che in un deserto dove il popolo ebraico non aveva ne' calzolai ne' sarti, e dove il Dio dell'universo era obbligato a fare continui miracoli per conservare i vecchi abiti e le vecchie scarpe degli ebrei, si siano trovati uomini tanto abili da incidere cinque libri del Pentateuco sulla pietra o sul legno? Si dira' che si trovarono pure operai che fecero un vitello d'oro e che poi ridussero quell'oro in polvere; che costruirono il tabernacolo, che l'adornarono con trentaquattro colonne di bronzo dai capitelli d'argento, che tesserono e ricamarono i veli di lino, di giacinto, di porpora e di scarlatto. Ma proprio questo rafforza l'opinione dei contradditori. Essi replicano che non e'
possibile che, in un deserto dove mancava tutto, si siano potute fare opere cosi' ricercate; che semmai si sarebbe dovuto cominciare col fare tuniche e calzari; che gente che manca del necessario non da' nel lu sso; e che e' una evidente contraddizione dire che c'erano fonditori, incisori, scultori, tintori, ricamatori quando non c'erano ne' abiti, ne' sandali, ne'
|