«Davvero sei stato ben timido a non condurci contro il Faraone d'Egitto: costui non poteva opporci che un esercito di duecentomila uomini: mai l'Egitto ha posseduto tanti soldati: noi l'avremmo vinto senza fatica, e saremmo padroni del paese. Come! Il Dio che ti parla ha fatto morire, per farci piacere, tutti i primogeniti d'Egitto il che significa, ammesso che in questo paese ci siano trecentomila famiglie, che trecentomila persone sono morte in una notte per vendicarci e tu non hai secondato il tuo Dio, non ci hai dato quel fertile paese che niente poteva difendere? Ci hai fatto lasciare l'Egitto come dei ladroni e dei vigliacchi, per farci poi morire nei deserti, fra precipizi e montagne! Potevi almeno condurci per la via piu' diretta in quella terra di Canaan sulla quale noi non abbiamo nessun diritto, che ci avevi promesso e in cui non siamo ancora potuti entrare. Era naturale che dalla terra di Goshen andassimo verso Tiro e Sidone lungo il Mediterraneo; e invece tu ci hai fatto attraversare quasi tutto l'istmo di Suez, ci hai fatto rientrare in Egitto, risalire sin oltre Menfi, e adesso ci troviamo a Baal-Sefon, sulle rive del mar Rosso, volgendo le spalle alla terra di Canaan, dopo aver percorso ottanta leghe in questo Egitto che volevamo evitare e in continuo pericolo di morte col mare alle spalle e l'esercito del Faraone di fronte!
«Se tu avessi voluto abbandonarci in mano ai nostri nemici, non avresti percorso un'altra strada ne' preso altre misure. Dio ci ha salvati con un miracolo, dici tu: il mare si e' aperto per lasciarci passare, ma, dopo un tale favore, bisognava proprio farci morire di fame e di fatica negli orribili deserti di Etam, di Qadesh-Barnea, di Mara, di Elim, di Horeb e del Sinai? Tutti i nostri padri sono morti in quelle orrende solitudini; e adesso, dopo quarant'anni, tu ci vieni a raccontare che Dio ha manifestato un amore particolare per i nostri padri!»
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