lungo errabondo, cosi' tardi conosciuto, cosi' tardi
insediatosi in Palestina, si sia impadronito, con la lingua fenicia, delle favole fenicie, su cui ricamo' ancora, come fanno tutti i rozzi imitatori? Un popolo cosi' povero, cosi' ignorante, cosi' chiuso a qu alsiasi arte, che cos'altro poteva fare se
non copiare i suoi vicini? Non sappiamo forse che perfino il nome di Adonai, di Jaho, di Elôhîm o Eloah, che significa Dio presso la nazione ebraica, era fenicio?» (Nota aggiunta da Voltaire nel 1765, nell'ed. Varberg, dove formava i primi due quesiti, precedendo il quinto capoverso.)
N
NECESSARIO
OSMIN
Voi affermate che tutto e' necessario, vero?
SELIM
Se tutto non fosse tale, ne seguirebbe che Dio avrebbe fatto delle cose inutili.
OSMIN
Vale a dire che era necessario alla natura divina fare tutto quel che ha fatto?
SELIM
Credo di si', o almeno lo suppongo. C'e' gente che la pensa in altro modo; non la capisco, forse ha ragione. Temo le dispute su questo problema.
OSMIN
Vorrei parlarvi anche di un altro genere di necessita'.
SELIM
Di quale? Di quel che e' necessario a un onest'uomo per vivere? Di quel che si patisce quando ci manca il necessario?
OSMIN
112
No, perche' cio' che e' necessario a uno non e' sempre tale a un altro: e' necessario a un indiano avere del riso, a un inglese avere della carne; a un russo occorre una pelliccia, e a un africano una stoffa di velo. Uno crede che dodici cavalli da carrozza gli siano necessari, un altro si limita a un paio di scarpe, un altro ancora cammina allegramente a piedi nudi: io invece voglio parlarvi di quel che e' necessario a tutti gli uomini.
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