Donde viene questo universale concorso di fischi e di risate che esplodono da un capo all'altro del mondo?
Bisogna pure che le cose di cui il mondo si burla non brillino per una loro verita' evidente. Che ne diremmo di quel segretario di Seiano, che dedico' a Petronio uno scritto ampolloso, intitolato: «La verita' degli oracoli sibillini provata dai fatti»?
Quel segretario vi mostra anzitutto che era necessario che Dio inviasse sulla terra parecchie Sibille, l'una dopo l'altra, perche' non aveva altri mezzi per istruire gli uomini. e' dimostrato che Dio parlava a queste sibille, perche' la parola «sibilla» significa «consiglio di Dio». Esse dovevano vivere a lungo, perche' le persone cui Dio parla devono avere almeno tale privilegio. Furono in numero di dodici, perche' questo numero e' sacro. Avevano certamente predetto tutti gli eventi del mondo, perche' Tarquinio il Superbo acquisto' da una vecchietta, per cento scudi, tre dei loro libri.
«Quale incredulo,» aggiunge il segretario, «osera' negare tutti questi fatti evidenti, accaduti al cospetto di tutti gli uomini? Chi potra' negare il compimento delle loro profezie? Lo stesso Virgilio non ne cito' le predizioni? E se non possediamo piu' i primi esemplari dei libri sibillini, scritti in un tempo in cui non si sapeva ne' leggere, ne' scrivere, non ne abbiamo forse copie autentiche? L'empieta' deve tacere, davanti a queste prove.» Cosi' parlava Huttevillus a Seiano. Sperava cosi' d'essere compensato con un posto di augure che gli fruttasse cinquantamila lire di rendita. Ma non ne ebbe nemmeno una lira.
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