San Clemente, per esempio, riferisce che Nostro Signore, essendo stato interrogato sul tempo in cui sarebbe venuto il suo regno, rispose: «Sara' quando due non faranno che uno, quando l'esterno somigliera' all'interno, e quando non ci sara' piu' ne' masch io ne' femmina.» Ora, bisogna riconoscere che questo passo non si trova in nessuno dei nostri Vangeli. Ci sono cento esempi che provano questa verita'; li si possono raccogliere nell' Examen critique del signor Fre'ret, segretario perpetuo dell'Accademia di belle lettere a Parigi.
Il dotto Fabricius s'e' presa la briga di riunire tutti gli antichi Vangeli che il tempo ha conservato; quello di Giacomo sembra che sia il primo. e' certo che gode ancora di grande autorita' in alcune chiese d'Oriente. e' chiamato primo Vangelo. Ci resta la passione e la resurrezione, che si pretende siano stati scritti da Nicodemo. Questo Vangelo di Nicodemo e' citato da san Giustino e da Tertulliano; e' qui che si trovano i nomi degli accusatori del nostro Salvatore: Anna, Caifa, Summa, Datam, Gamaliele, Giuda, Levi, Neftali; la cura con cui sono riferiti questi nomi da' una apparenza di autenticita' all'opera. I nostri avversari hanno concluso che, come si scrissero tanti falsi Vangeli, riconosciuti in un primo tempo come veri, cosi' potrebbero essere falsi anche quelli che sono oggi oggetto della nostra fede. Ci furono - aggiungono - dei falsari, dei seduttori e dei sedotti, che morirono per l'errore; quindi, non e' una prova della verita' della nostra religione, il fatto che dei martiri siano morti per essa.
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