ispira tanto orrore e disprezzo ai nemici della religione cattolica apostolica e romana, che l'eccesso di tali sentimenti e'
qualche volta esploso in furore.
L'orrore aumenta quando si riferisce loro che tutti i giorni, nei paesi cattolici, si vedono preti e monaci che, uscendo da un letto incestuoso, senza neppur essersi lavate le mani sozze di impurita', vanno a produrre iddii a ce ntinaia; a mangiare e bere il loro dio, a cacarlo e a pisciarlo. Ma quando poi riflettono che questa superstizione, cento volte piu'
assurda e sacrilega di tutte quelle degli egiziani, ha reso a un prete italiano da quindici a venti milioni di rendita e il dominio di un paese di cento miglia di estensione in lungo e in largo, vorrebbero andare tutti, armi in pugno, a cacciare quel prete che si e' impadronito del palazzo dei Cesari. Non so se prendero' parte al viaggio, perche' amo la pace; ma quando costoro si saranno stabiliti a Roma, andro' sicuramente a far loro visita. (Del signor Guillaime, ministro protestante)
V
VANGELO
e' un grosso problema il riuscir a sapere quali siano stati i primi Vangeli. e' una verita' assoluta, checche' ne dica Abbadie, che nessuno dei primi Padri della Chiesa, fino ad Ireneo incluso, cita mai qualche passo dei Vangeli che noi conosciamo. Per contro, gli a'logi e i teodosiani rifiutarono sempre il Vangelo di san Giovanni, e ne parlavano sempre con disprezzo, come dichiara sant'Epifanio nella sua trentesimaquarta omelia. I nostri nemici osservano ancora che non soltanto i piu' antichi Padri della Chiesa non citano mai niente dei nostri Vangeli, ma riportano molti passi che si trovano solo nei Vangeli apocrifi, non accettati dal canone.
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