si e' detto tre persone non per dire qualcosa, ma perche' bisogna parlare e non restare muti. «Dictum est tamen tres personae, non ut aliquid diceretur, sed ne taceretur» ( De Trinit. , libro V, cap. IX). Che i teologi moderni non han chiarito meglio questo problema.
Che quando si domanda loro cosa intendono con questa parola «persona», essi non la spiegano se non dicendo che si tratta di una certa distinzione incomprensibile che fa si' che si distingua, in una natura unica per numero, un Padre, un Figlio e uno Spirito Santo.
Che la spiegazione che danno dei termini «generare» e «procedere» non e' piu' soddisfacente, poiche' si riduce a dire che questi termini designano certe relazioni incomprensibili fra le tre persone della Trinita'. Che da cio' si puo' concludere che lo stato della questione fra gli ortodossi e loro consiste nel sapere che ci sono in Dio tre distinzioni, di cui non si ha alcuna idea, e fra le quali ci sono certe relazioni su cui parimenti non si hanno idee.
Da tutto questo concludono che sarebbe piu' saggio attenersi all'autorita' degli apostoli, i quali non nominarono mai la Trinita', e bandire per sempre dalla religione tutti i termini che non si trovano nella Scrittura, come Trinita', Persona, Essenza, Ipostasi, Unione ipostatica e personale, Incarnazione, Generazione, Processione, e tanti altri simili che, essendo assolutamente vuoti di senso, poiche' non corrispondono a nessun essere reale rappresentabile, non possono suscitare nella nostra mente che delle nozioni vaghe, oscure e incomplete.
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