Voltaire
DIZIONARIO FILOSOFICO


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     speravano niente da loro. Il senato romano era dunque realmente un'assemblea di atei al tempo di Cesare e di Cicerone. Questo grande oratore, nella sua arringa in difesa di Cluenzio, dice a tutto il senato riunito: «Che male gli fa la morte? Noi respingiamo tutte le assurde favole sugli Inferi. Che cosa dunque gli ha tolto la morte? Nient'altro che il sentimento dei dolori.»

     E Cesare, l'amico di Catilina, volendo salvare contro lo stesso Cicerone la vita del suo amico, non gli obietta che far morire un criminale non e' punirlo, che la morte non e' niente, e' soltanto la fine dei nostri mali, e' un momento piu'

     felice che fatale? E Cicerone e tutto il senato non si arrendono forse a queste ragioni? I vincitori e i legislatori dell'universo conosciuto formavano dunque, in modo evidente, una societa' d'uomini che non temevano ni ente dagli dei, che erano degli autentici atei.


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     Bayle esamina poi se l'idolatria sia piu' pericolosa dell'ateismo; se sia un delitto piu' grande non credere alla divinita' che avere su di essa opinioni indegne: in questo e' dello stesso parere di Plutarco: cr ede che sia meglio non avere nessuna opinione piuttosto che una cattiva opinione; ma, non dispiaccia a Plutarco, e' evidente che era infinitamente meglio per i greci temere Cerere, Nettuno e Giove che non temere niente del tutto. e' chiaro che la santita' dei giuramenti e' necessaria, e che bisogna fidarsi maggiormente di chi pensa che un giuramento falso sara' punito, che non di chi pensa di poter fare, impunito, un falso giuramento. e' indubitabile che, in una societa' civile, e' infinitamente piu' utile avere una religione (anche cattiva) che non averne nessuna.


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