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Oh, che buon principe avremo in voi! Mi fate piangere di gioia. Ma non vi accontenterete di avere solo mogli e sudditi; perche', certo, non si puo' passare la giornata a fare editti e bambini. Avrete senza dubbio degli amici. KU
Ne ho gia', e buoni, che mi avvertono dei miei difetti; io mi prendo la liberta' di riprendere i loro; essi mi consolano, io li consolo; l'amicizia e' il balsamo della vita, vale piu' di quello del chimico Erueil ed anche dei sacchetti del gran Ranoud. Sono sbalordito che non si sia fatto dell'amicizia un precetto religioso: ho voglia d'inserirlo nel mio rituale. CU-SU
Guardatevene bene: l'amicizia e' gia' sacra in se stessa; non fatene mai un obbligo; bisogna che il cuore sia libero; e poi, se faceste dell'amicizia un precetto, un mistero, un rito, una cerimonia, ci sarebbero mille bonzi che, predicando e scrivendo le loro fantasie, la renderebbero ridicola: non bisogna esporla a questa profanazione. Ma come tratterete i vostri nemici? Confucio raccomanda in venti passi d'amarli. Non vi sembra un po'
difficile?
KU
Amare i propri nemici? Mio Dio, niente e' cosi' facile.
CU-SU
Cosa intendete?
KU
Come bisogna intenderlo, credo. Ho fatto il mio tirocinio di guerra sotto il principe di De'con, contro il principe VisBrunck: quando uno dei nostri nemici era ferito e cadeva nelle nostre mani, ci prendevamo cura di lui come di un fratello; spesso abbiamo ceduto il nostro letto ai nostri nemici feriti e prigionieri, coricandoci vicino a loro, in terra, su pelli di tigre; li abbiamo serviti noi stessi: che volete di piu'? Che li amassimo come si ama la propria amante?
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