I selvaggi di cui vi parlo non ricevono gli stranieri se non per denaro in disgustose catapecchie; e vendono cara quest'infame accoglienza. Poi sento dire che quei disgraziati si credono superiori a noi: si vantano d'avere una morale piu' pura. Pretendono che i loro predicatori siano migliori di Confucio; e che infine spetti loro insegnarci la giustizia, forse perche' essi vendono del pessimo vino lungo le strade maestre, e le loro donne vanno in giro come pazze per le strade, e ballano, mentre le nostre allevano bachi da seta.
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Io trovo bellissima l'ospitalita'; la esercito con piacere, ma ne temo gli abusi. C'e' gente, verso il gran Tibet, che abita in case molto misere, cui piace andare di qua e di la' e che viaggerebbe per un nulla fino in capo al mondo; ma quando po i, 29
voi andaste nel gran Tibet per godere presso di loro del diritto dell'ospitalita', non trovereste ne' letto ne' cena; e questo puo' portare a disgustarci della nostra cortesia.
CU-SU
e' un lieve inconveniente; e sara' facile rimediarvi ricevendo solo persone ben raccomandate. Non c'e' virtu' che non abbia i suoi pericoli: proprio per questo e' bello praticarla.
Quant'e' saggio e santo il nostro Confucio! Non c'e' virtu' ch'egli non ispiri; la felicita' degli uomini e' legata ad ogni sua sentenza; eccone una che mi ritorna alla memoria, la cinquantesimaterza:
«Ricambia i benefici con i benefici, e non ti vendicare mai delle ingiurie.»
Quale massima, quale legge potrebbero opporre i popoli dell'Occidente a una morale cosi' pura? E in quanti luoghi Confucio raccomanda l'umilta'! Se questa virtu' venisse praticata non si avrebbero mai liti sulla terra. KU
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