Se un baco da seta desse il nome di «cielo» a quel poco di lanugine che avvolge il suo bozzolo, ragionerebbe esattamente come tutti gli antichi, che dettero il nome di «cielo» all'atmosfera, la quale e', come dice benissimo il signor De Fontenelle nei suoi Mondes, la lanugine del nostro guscio.
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I vapori che salgono dai nostri mari e dalla nostra terra, e che formano le nubi, le meteore e i tuoni, furono presi da principio per la dimora degli dei. In Omero, gli dei discendono sempre entro nuvole d'oro; per questo i pittori li dipingono ancora oggi seduti su una nube; ma, siccome era piu' giusto che il signore degli dei stesse piu' a suo agio degli altri, per portarlo, gli fu assegnata un'aquila, visto che l'aquila vola piu' in alto degli altri uccelli. Gli antichi greci, vedendo che i signori delle citta' dimoravano in cittadelle, sulla cima di qualche monte, pensarono che anche gli dei potessero avere una loro cittadella, e la situarono in Tessaglia, sul monte Olimpo, la cui cima e' qualche volta nascosta dalle nubi; di modo che il loro palazzo era alla stessa altezza del loro cielo. Le stelle e i pianeti, che sembrano attaccati alla volta azzurra della nostra atmosfera, divennero, in seguito, la dimora degli dei: sette di loro ebbero ciascuno il proprio pianeta, gli altri alloggiarono dove poterono. Il concilio generale degli dei si teneva in una grande sala cui si arrivava per la Via Lattea; poiche' bisogna bene avessero una sala in cielo, dato che gli uomini avevano i loro palazzi di citta' sulla terra.
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