Quando i Titani, specie di enormi animali tra gli dei e gli uomini, dichiararono una guerra abbastanza giusta a quegli dei, reclamando una loro eredita' dal lato materno, dat o che erano figli del cielo e della terra, non seppero fare altro che mettere due o tre montagne l'una sull'altra, contando che bastassero per impossessarsi del Cielo e del castello dell'Olimpo.
Neve foret terris securior arduus aether,
Affectasse ferunt regnum coeleste gigantes,
Altaque congestos struxisse ad sidera montes.
Questa fisica per fanciulli e nonnette era straordinariamente antica. Tuttavia, e' certissimo che i caldei avevano idee altrettanto giuste delle nostre su quello che si chiama «cielo»: essi ponevano il sole al centro del nostro mondo planetario, pressappoco alla stessa distanza dal nostro globo cosi' com'e' calcolata da noi; e facevano girare la terra e tutti i pianeti attorno a quell'astro. Cosi' ci insegna Aristarco di Samo; ed e' il vero sistema astronomico, che poi Copernico rinnovera'; ma i filosofi tenevano per se' il segreto, per essere piu' rispettati dai re e dai popoli, o piuttosto per non essere perseguitati.
Il linguaggio dell'errore e' cosi' familiare agli uomini, che noi chiamiamo ancora i nostri vapori e lo spazio dalla terra alla luna con il nome di «cielo»; continuiamo a dire «salire in cielo», come diciamo che «il sole gira», pur sapendo bene che non gira affatto; probabilmente, per gli abitanti della luna il cielo siamo noi, e ogni pianeta situa il proprio cielo nel pianeta vicino.
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